Weekend nel Monregalese: Vicoforte e Mondovì
Viaggiatori, oggi ci spostiamo in Piemonte per un itinerario di viaggio alla scoperta del Monregalese. Il Monregalese è una zona meridionale del Piemonte, a pochi km dalla Liguria, che rientra nella provincia di Cuneo: resta infatti compresa tra le Langhe, le Alpi Marittime e la Liguria con zone di pianura, collina e montagna. Nel territorio del Monregalese rientrano luoghi ricchi di cultura, fascino artistico e storia come i borghi di Vicoforte e Mondovì, dal cui nome antico Mons Regalis, deriva il nome di questo territorio piemontese.
Non è la prima volta che vi propongo un itinerario di viaggio in Piemonte: più volte vi ho parlato di tour nelle Langhe o di un weekend nel Monferrato, ma nel 2021 abbiamo avuto l'occasione di conoscere la zona del Monregalese. Per assaporare al meglio il Monregalese, vi consiglio di concedervi un weekend lungo di 3-4 giorni: in questo modo riuscirete con calma a visitare tutti i borghi e i luoghi più caratteristici della zona, con particolare attenzione alle città di Vicoforte, sede del Santuario della Natività di Maria, importante luogo di preghiera e di pellegrinaggio, nonché edificio con la cupola ellittica più grande del mondo, e Mondovì, nota per la tradizione produttiva nel mondo della ceramica. Per gli appassionati, non mancano cantine vinicole dove fare delle degustazioni e piccole realtà produttive dove scoprire prodotti dolciari locali; nel Monregalese si trovano anche diverse Panchine Giganti per collezionare nuovi timbri sul passaporto delle Big Bench (se ancora non conoscete il mondo delle panchine giganti, vi consiglio di leggere questo articolo Panchine Giganti: dove sono e come trovarle) e diversi itinerari a piedi o in bicicletta con la possibilità di visitare la Grotta dei Dossi o il Sacrario di San Bernardo. Mondovì è conosciuta anche come la città delle mongolfiere e diverse sono le agenzie che organizzano questo tipo di esperienza. Noi non abbiamo ancora avuto l'occasione di vivere l'emozione di un volo in mongolfiera sopra le Langhe e il Monregalese, ma a questo link trovate alcune proposte di volo con partenza anche da Mondovì.
Prima di organizzare un viaggio nel Monregalese, è necessario scegliere un hotel o un B&B dove poter soggiornare. Noi abbiamo scelto di stabilirci a Vicoforte, da dove spostarci poi con la nostra auto per raggiungere le diverse località del Monregalese. Per un soggiorno romantico e di classe, vi consiglio di dare un'occhiata alle offerte del Duchessa Margherita Chateau & Hotel, una dimora storica ai piedi del Santuario di Vicoforte con camere di charme: pavimento in legno, camino in pietra, letti a baldacchino e preziosi arredi. La prossima volta che torneremo nel Monregalese, mi piacerebbe soggiornare in questa struttura. Vi lascio il link di riferimento qui ↓ sotto; le immagini delle camere rendono meglio di qualsiasi altra mia parola.
Duchessa Margherita Chateau & Hotel
VICOFORTE
Vicoforte è la città che abbiamo scelto come base del nostro viaggio alla scoperta del Monregalese. Qui si trova uno degli edifici religiosi più importanti della zona: la Basilica della Natività di Maria, più comunemente nota come Santuario di Vicoforte. Si tratta di un capolavoro del barocco piemontese che vanta la cupola ellittica più grande al mondo nonché la quinta per dimensioni dopo San Pietro in Vaticano, il Pantheon a Roma, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e il mausoleo di Gol Gumbaz in India. Le vicende che portarono alla sua costruzione risalgono alla fine del Quattrocento e hanno origine a partire da un pilone votivo che sorgeva in un bosco alla base delle colline di Vicoforte. La posa della prima pietra avvenne nel 1596 su progetto dell'architetto Ascanio Vitozzi. La costruzione venne poi ripresa e conclusa dall'architetto monregalese Francesco Gallo che progettò anche la cupola ellittica, ultimata nel 1733. Fin dalle sue origini ricollegabili ad un avvenimento miracoloso, il Santuario di Vicoforte è un'importante meta di pellegrinaggio tanto che alla fine del Cinquecento il Duca Carlo Emanuele I di Savoia scelse la Basilica come luogo che avrebbe dovuto ospitare le tombe della casa regnante. Le tombe della sua famiglia sono ancora oggi custodite nel Santuario di Vicoforte e nel dicembre 2017 nella stessa cappella sono state tumulate le spoglie di Vittorio Emanuele III e della moglie Elena del Montenegro, ma gli eredi di Carlo Emanuele I scelsero la Basilica di Superga come sede del mausoleo di Casa Savoia.
Il Santuario di Vicoforte domina al centro di una piazza pedonale: la piazza è circondata da una cinta di palazzi, chiamata Palazzata, caratterizzata da portici e palazzi simmetrici, di uguale grandezza, che fanno da cornice al santuario stesso. Nella Palazzata sono accolti negozi, bar e ristoranti. Da pochi anni vi è la possibilità di vivere un'esperienza unica che noi abbiamo fatto e che vi consigliano assolutamente se non soffrite troppo di vertigini. Grazie all'impresa sociale Kalatà è stato realizzato un percorso di visita che permette di salire all'interno della cupola ellittica più grande al mondo. L'esperienza si chiama Magnificat e offre 2 differenti tipologie di percorso: il percorso breve dura 1h e offre l'opportunità di godere di un affaccio all'interno del Santuario attraverso le balconate poste alla base della cupola a circa 23 metri di altezza (130 gradini); il percorso lungo (quello che vi consigliamo noi!) dura circa 2 h e consente di raggiungere la sommità della cupola, godendo di un affaccio mozzafiato dall'alto del cupolino al centro della Basilica a 52 metri di altezza (266 gradini). In entrambi i percorsi si è accompagnati da una guida che fornisce anche elmetti e imbragatura di sicurezza. Nel secondo percorso sono previsti passaggi a terra o scale a pioli, ma l'emozione e l'adrenalina che questa esperienza regala sono enormi! Assolutamente consigliata!
Il percorso breve costa 8€ e non prevede limiti di età, mentre il percorso lungo di salita alla cupola costa 15€ ed è possibile solo per i maggiori di 14 anni. L'esperienza è disponibile da aprile a novembre il sabato e la domenica ad orari stabiliti. Nei mesi estivi di luglio ed agosto sono resi disponibili orari anche in settimana. É possibile prenotare il biglietto online al seguente indirizzo oppure in loco presso la biglietteria Kalatà in Piazza Carlo Emanuele I, sotto i portici di fronte al Santuario (i gruppi in partenza hanno posti limitati quindi vi consiglio la prenotazione online).
MONDOVÌ
Mondovì è la culla del Monregalese: non a caso il suo nome antico Mons Regalis, ha dato un'identità a questa zona del Piemonte oggi conosciuta come Monregalese. Mondovì è famosa per 2 motivi: le mongolfiere e la ceramica. I simboli di Mondovì sono appunto la mongolfiera e il gallo, emblema beneaugurante legato alla tradizione contadina, nonché portatore di virtù e coraggio fin dai tempi antichi. Anche l'azienda Ceramiche Besio 1842, vera tradizione dell'arte ceramica di Mondovì, ha in catalogo un'intera collezione dedicata al gallo. Mondovì è divisa in diversi rioni tra i quali spiccano Breo, la parte bassa ai piedi della collina, e Piazza, la parte alta, collegati fin dal 1886 da una funicolare. É rimasta ferma dal 1975 al 2006 per essere poi sistemata e rinnovata. Il prezzo del biglietto della funicolare è di 2,50€ e ha validità di 4 h. In inverno è attiva dalle h 7.30 alle h 20.00 mentre in estate è attiva fino alle h 24.00 o alla h 1.00 il venerdì e il sabato. Il primo lunedì di ogni mese la chiusura è anticipata sempre alle h 13.40.
Nella zona bassa di Breo merita una visita il mercato contadino attivo il martedì e il sabato dalle h 7.30 alle h 13.00 in Piazza Ellero: è possibile trovare tantissime bancarelle che offrono frutta e verdura di stagione e prodotti tipici locali come salumi, formaggi, dolci o vini. Fate una tappa anche alla Pasticceria Bar Comino: scorrendo alla fine dell'articolo capirete anche il perchè. A Breo ci sono anche diversi parcheggi dove lasciare l'automobile per esempio nei pressi della vecchia stazione di Mondovì oppure in Piazza Ellero nei giorni in cui non si tiene il mercato. Prima di lasciare la parte bassa di Mondovì, vi consiglio di vedere anche alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Di fronte alla chiesa, nel centro della piazza sorge la statua del delfino. Installata a fine Ottocento, fu poi rimossa perché una leggenda vuole che l'aspetto minaccioso del pesce rischiasse di indurre aborti spontanei nelle gravide. Tuttavia alla fine degli anni '80 tornò al centro della piazza grazie allo scultore Giulio Avagnina, che realizzò una copia dell'originale, andato perduto.
Nella zona alta di Piazza sono diversi i luoghi che meritano di essere visitati. La funicolare arriva proprio nella Piazza Maggiore sulla quale si affacciano due edifici importanti: la Chiesa della Missione e il Museo della Ceramica. La Chiesa della Missione è un gioiello del barocco italiano ed è intitolata a San Francesco Saverio; la prima pietra venne posata nel 1665. Per costruire la chiesa vennero abbattute le case del lato meridionale della Piazza Maggiore con sei arcate di portici che un tempo circondavano tutta la piazza. Il progetto è dell'architetto Giovenale Boetto, così come la facciata esterna in pietra arenaria. Del Pozzo è la balconata esterna che aiuta a superare il dislivello della piazza. All'interno della Chiesa della Missione è possibile vivere un'esperienza tridimensionale alquanto insolita chiamata Infinitum: indossando degli occhiali-visori 3D, è possibile calarsi in una nuova realtà ampliata ed incontrare Andrea Pozzo in persona, l'artista che dal 1676 ha affrescato gli interni della chiesa. L'artista racconta e narra i suoi dipinti ma un occhio di riguardo è posto all'antica “macchina d'altare”, l'unica ancora esistente al mondo, un marchingegno inventato dai Gesuiti che faceva lievitare la figura di san Francesco Saverio utilizzando semplicemente dei finissimi pannelli di legno. Sulla volta della sacrestia vengono inoltre proiettate delle immagini che svelano i segreti dell'anamorfosi, ovvero l'illusione prospettica artistica utilizzata dal Pozzo per affrescare la chiesa disegnando una “finta cupola”. Il costo dell'esperienza Infinitum è di 8€, ridotto a 6€ se si visitano altri musei di Mondovì Piazza. É possibile entrare senza occhiali-visori 3D (solo audioguida) al costo di 3€. Vi lascio qui il link per conoscere gli orari di apertura e le tipologie di biglietti speciali messi a disposizione www.infinitumondovi.it/.
A Mondovì Piazza dovete visitare il Museo della Ceramica che racconta la storia industriale e produttiva di Mondovì nel campo della ceramica. Nel secolo scorso diverse sono state le industrie e le manifatture che hanno dominato questo settore produttivo: la Besio 1842, la Richard Ginori o la Beltrandi. Il museo è ospitato nel prestigioso palazzo Fauzone di Germagnano e in 17 sale custodisce una collezione di oltre 600 pezzi ceramici offrendo l'opportunità di scoprire come nasce un piatto di ceramica, le modalità per realizzarlo e per decorarlo, le tecniche produttive e le tendenze decorative che si sono susseguite nel tempo. Vi lascio il link di riferimento per informazioni sugli orari di apertura www.museoceramicamondovi.it. Il biglietto di ingresso è di 4€.
Non lontano dal Museo della Ceramica si trova il Museo Civico della Stampa il cui biglietto di ingresso è di 2€. Mondovì ha infatti una lunga tradizione a livello editoriale: a Mondovì nel 1472 fu stampato il primo libro del Piemonte grazie al lavoro di Baldassarre Cordero e dello stampatore Antonio di Mattia di Anversa. Da allora aprirono diverse tipografie: il culmine della stampa in città si ebbe con l'apertura, nel XVI secolo, dell'Università a Piazza. Il Museo della Stampa è ospitato nel complesso dell'antico Collegio delle Orfane, edificio del XVII secolo progettato sempre da Francesco Gallo. É possibile visitare due laboratori tipografici, dove ammirare all'opera torchi e caratteri mobili per produrre alcuni stampati, e sei sale espositive, dove ammirare le macchine più importanti.
Lasciando Piazza Maggiore alle vostre spalle, potrete raggiungere la Cattedrale di San Donato, anch'essa di Francesco Gallo e consacrata nel 1763. Ospita diverse opere di valore come l'altare rinascimentale, il pulpito ligneo, la Cappella del Suffragio, un gioiello Rococò piemontese, e un crocifisso d'avorio attribuito a Gian Lorenzo Bernini e custodito nella sala degli arazzi. Infine potete raggiungere i Giardini Belvedere che, oltre ad offrire un luogo rilassante per una pausa con vista panoramica, ospitano anche la Torre del Belvedere e il Parco del Tempo. La torre è alta 29 metri e ha una scala interna di 89 scalini per raggiungere la sommità al costo di 3€. La torre venne utilizzata da Giovanni Battista Beccaria nel 1762 per i suoi esperimenti: fu il punto trigonometrico che egli utilizzò per determinare l'arco meridiano passante per il Piemonte. In sua memoria nei giardini attorno alla torre è stato allestito un piccolo Parco del Tempo con diversi esemplari di orologi solari, meridiane e pannelli illustrativi per approfondire il tema.
SACRARIO DI SAN BERNARDO
Il Sacrario di San Bernardo si trova a Bastia Mondovì, 15 km a nord di Vicoforte. Lo si nota facilmente anche da lontano, quando su di un colle isolato, il più alto di Bastia Mondovì, si intravede un edificio giallo e un obelisco che in solitaria dominano sui paesaggi vitivinicoli delle Langhe da soli 500 metri di altitudine. Questo è il Sacrario di San Bernardo, la cui costruzione risale agli anni compresi tra il 1947 e il 1951. Non lontano dal viale di accesso al Sacrario, è possibile lasciato l'auto: si incontra prima un obelisco e un viale alberato in ghiaia, circondato da vigneti terminato il quale si giunge alla chiesa.
Sul sagrato della chiesa, nell'ossario, sono raccolte le salme di otto partigiani. In memoria dei caduti del 1° Gruppo Divisioni Alpini del Corpo Volontari della Libertà, il Sacrario fu inaugurato il 14 ottobre 1951 dall'allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi alla presenza di numerose autorità politiche, militari e religiose. Sulle lapidi del vialetto sono scolpiti i nomi di circa mille caduti che persero la vita nella lotta di liberazione tra il 1943 e il 1945. Questo monumento è un luogo denso di storia dove si respirano coraggio, devozione e un profondo senso di libertà. L'edificio avvolto dalla tranquillità dei vigneti delle Langhe, stimola la riflessione. Impossibile non rimanere affascinati dal panorama sulle Langhe che si osserva attorno a 360°.
PANCHINE GIGANTI
Anche il Monregalese, come tutte le altre zone del Piemonte, ha le sue Panchine Giganti inserite nel circuito del Big Bench Community Project. Vi presento le più vicine che potrete visitare nei dintorni di Vicoforte. Partiamo dalla Panchina Gigante numero 70 di colore bianco e celeste. Si trova a San Michele Mondovì a 4 km da Vicoforte. Noi abbiamo seguito gli appositi cartelli e abbiamo lasciato l'auto nei pressi di via Marenco. Abbiamo poi imboccato il sentiero per raggiungere in pochi minuti la Panchina Gigante. Potrete ottenere il timbro sul passaporto al Ristorante Del Peso in Via Nielli a San Michele Mondovì.
A Niella Tanaro in località Borgata Valmorei si trova la Panchina Gigante numero 54 di colore giallo e azzurro. Dista 4 km da Vicoforte ed è molto semplice da raggiungere a piedi. I colori della panchina sono davvero singolari, senza contare che sulla panchina è presente una targhetta con l'immagine di due mani che si stringono in segno di pace e amicizia. Pur non godendo di un panorama straordinario, nei pressi della big bench ci sono tavolini e panche per un picnic. É possibile ottenere il timbro presso la Tabaccheria Riv N.1 in via XX Settembre o presso il Caffè Hemingway in Via Borio.
A 3 km dalla Big Bench 54, nel comune di Briaglia lungo Via Roma si trova la Panchina Gigante numero 29, di colore giallo e blu. Venne istallata nel 2017 in prossimità di un parco naturale realizzato nel 2008 per ospitare parte dei reperti megalitici rinvenuti nel territorio circostante da Janigro d’Aquino, archeologo che negli anni '70 del secolo scorso con le sue ricerche aveva fatto conoscere Briaglia in tutta Italia. Accanto è presente un tavolo e delle panche in legno per il picnic. Il timbro si ottiene presso la Trattoria da Corrado in Via Borsarelli. A Monastero di Vasco, 5 km a est di Vicoforte, si trova invece la Panchina Gigante numero 50 di colore rosa nei pressi della Chiesa di San Lorenzo. É posta in una posizione panoramica in mezzo ai vigneti. Ad ovest di Vicoforte invece, a 7 km da Sale San Giovanni, nel comune di Ceva, si trova la Big Bench numero 28 di colore giallo. Si trova proprio nel cuore del paese in via Leopoldo Nobile.
GROTTA DEI DOSSI
A 13 km da Vicoforte in direzione sud-ovest si trova la Grotta dei Dossi, nel comune di Villanova Mondovì, sui pendii del Monte Calvario. É considerata la grotta più colorata d'Italia, grazie alla presenza di diversi minerali che, portati dall'acqua, si depositano e si solidificano: ne sono un esempio lo zinco, il ferro, il rame, il nichel, il piombo e il manganese che, uniti all'argilla, creano un arcobaleno di colori che vanno dal marrone al rosso, dal verde al blu, dal nero al bianco passando per numerosissime tonalità di giallo. Un processo che ha origini milioni di anni fa e che viene esaltato nella sua colorata bellezza grazie alla sapiente sistemazione di fasci di luce. La Grotta dei Dossi fu scoperta per caso da un cacciatore nel 1797 durante una giornata di caccia. Seguendo le impronte di una volpe in fuga, arrivò fino alle sorgenti del torrente Branzola dove vide scomparire l'animale in una tana nei pressi di una cava. Ma il cacciatore era sicuro di aver colpito la volpe, prima che questa entrasse nella tana, così andò a prenderla e scoprì questa grotta.
La Grotta dei Dossi fu la prima ad essere scoperta nella provincia di Cuneo. Più a sud si trovano infatti anche le Grotte di Bossea (sito web di riferimento www.grottadibossea.com) e le Grotte del Caudano (sito web di riferimento https://grottedelcaudano.com/) entrambe nel comune di Frabosa Soprana e aperte al pubblico per delle visite turistiche. Tra tutte sempre la Grotta dei Dossi è stata la prima ad essere illuminata elettricamente un secolo dopo la sua scoperta con 30 lampade Edison. La Grotta dei Dossi è di origine carsica con uno sviluppo di 910 metri per 21 di dislivello: si compone di tanti corridoi e sale ricche di colori e sfumature. É possibile accedere tramite delle visite guidate al costo di 8€ a persona. Il tour dura circa 1h. Sul sito di riferimento al seguente link è possibile consultare gli orari di apertura e di visita.
PRODOTTI TIPICI MONREGALESE
Se passate nel Monregalese due sono i prodotti tipici della tradizione enogastronomica locale che non potete perdere: le paste di meliga e il Rakikò. Il Rakikò è un liquore alle erbe che da oltre un secolo rappresenta un'icona del Monregalese. La sua storia inizia nel 1895 nella confetteria Comino di corso Statuto a Breo, frazione bassa di Mondovì (la stessa di cui vi ho parlato sopra, quando vi ho raccontato di Mondovì): i proprietari hanno iniziato a servire questa bevanda che non era amarissima ma gradevole, una sorta di infuso moderatamente alcolico a base di erbe digestive. Il nome indicava già una sorta di mix genuino ma anche un pò esotico: Rakikò è il quasi acronimo di Rabarbaro, Kina in quanto alla base della ricetta vi erano proprio la radice di rabarbaro e la corteccia di china, e probabilmente Kola, anche se c'è chi sostiene che l'ultima sillaba stia per Komino, cioè Comino, che ne è stato appunto l’inventore. Abbiamo avuto l'occasione di assaggiarlo a Vicoforte e il sapore mi ha ricordato molto quello del chinotto, che io adoro. In ogni caso la ricetta resta top secret. Nei bar e nei locali di Mondovì e di Vicoforte è possibile assaggiare il Rakikò (viene proposto anche come drink Rakikò Spritz) ed acquistarne una bottiglia come souvenir. Vi invito anche a ricercare sulle pareti dei locali il mitico manifesto, il più amato dai locali, che da quel tocco vintage originale: "Rakikò - Il digeribile". Per saperne di più su questo liquore tipico del Monregalese, vi lascio il link del sito web di riferimento.
Da non perdere anche le buonissime paste di meliga, originarie di Pamparato, un comune piemontese della provincia di Cuneo situato 25 km a sud di Vicoforte. Le melighe sono dei biscotti dolci famosi, secondo la leggenda, per essere stati il dolce preferito di Camillo Benso, Conte di Cavour che amava consumarle con un bicchiere di Barolo. Le melighe sono nate a Pamparato dalle mani della famiglia Lisbona che dal 1925 propone queste dolci tentazioni nelle sgargianti scatole "Lisbona Tomatis". Ma come mai si chiamano melighe? Il termine in piemontese significa mais proprio perchè sono dei biscotti a base di farina mais, burro fresco e miele, tutti rigorosamente al km zero. Abbiamo scoperto queste delizie alla Pasticceria Drai di Vicoforte ma ci piacerebbe tornare presto nel Monregalese per assaggiare quelle della Pasticceria Lisbona Tomatis o della Panetteria Nasi, dove le melighe sono presidio Slow Food.
Anche Mondovì ha la sua storia nella tradizione dolciaria e già nel Seicento era elogiata da personaggi di spicco come il conte Bonardo Mogarda innamorato dei suoi Monregalesi. Passeggiando per la zona bassa di Mondovì, a Breo, troverete appunto la Pasticceria Bar Comino in Via Marconi, gestita dai discendenti della dinastia Comino (quelli appunto che hanno ideato il Rakikò) dove potrete assaggiare altri 2 dolcetti tipici: i Monregalesi, delle meringhe con cuore di crema avvolte da un guscio di cioccolato, o i baci di Mondovì, a base di cioccolato e nocciole. Vi lascio qui il link della pasticceria per farvi venire l'acquolina in bocca!
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